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Questo programma nasce dall’esigenza di dare continuità alle consapevolezze che si trovano attraverso la mindfulness. I risultati che si ottengono dal protocollo mindfulness possono essere un punto di partenza per ottenere una consapevolezza di sé più profonda. Il contesto dal quale i principi mindfulness sono stati presi può offrire un più vasto metodo per acquisire un mindset più funzionale. Grazie ad un approfondimento della conoscenza dell’ambiente mentale i percorsi di coaching possono essere ancora più stabili e profondi. La psicologia orientale esplora il mondo interiore con un approccio speculativo estremamente approfondito, fornisce analisi dettagliate ed esercizi collaudati da migliaia di anni. Non solo, anche i risultati scientifici registrati su meditatori più esperti confermano la validità profondamente trasformativa di queste pratiche più avanzate.
Il percorso si articola in 6 step: parte dall’analisi degli svantaggi dati dall’adesione totale alla propria attuale visione di sé per portare la persona attraverso un graduale cambiamento di prospettiva, fino ad arrivare ad utilizzare il potere trasformativo innato per rinascere in nuove visioni di sé.
1. Stress e frustrazione: il lato oscuro della permanenza
Affrontare il percepire se stessi come statici e immutabili ostacola il cambiamento, l’attaccamento alla visione di se genera stress e frustrazione. Sebbene un’identità personale sia necessaria, tenerla poco flessibile crea disagio e resistenza al cambiamento.
Scopo: prendere consapevolezza degli svantaggi dell’attaccamento al sé.
Esercizio: meditazione sull’attaccamento
2. La fame di senso: controllare il controllore
Focus sull’attaccamento alla visione di sé e approfondimento sull’ambiente mentale. L’identità della persona vista nella sua produzione multifattoriale, osservazione sul bisogno di dare un senso e un significato. Come questo crei sofferenza e come ci si può convivere. Scopo: individuare un sé come diverso dall’identità percepita.
Esercizio: meditazione sulla natura del sé
3. Consapevolezza funzionale: oltre l’essere presenti
L’essere presenti è una parte del processo, come la stabilità e l’apertura che si creano grazie alla mindfulness trovano una sinergia funzionale integrando i vari aspetti della personalità dell’individuo e della vita che desidera. Scopo: andare oltre la mente mindful verso una consapevolezza stabile e adattiva.
Esercizio: meditazione analitica basata sulla stabilità meditativa.
4. Karma, azione, neuroplasticità
Riflessione sul legame tra le cause interiori e gli effetti sperimentati, prendere consapevolezza del meccanismo per porre in essere azioni mentali e di conseguenza comportamenti coerenti con i nostri obiettivi. Come utilizzare noi stessi per cambiare, l’azione interiore diventa azione fisiologica, azione e neuroplasticità. Scopo: capire il potere di cambiamento profondo che abbiamo naturalmente.
Esercizio: meditazione sulla legge di causa ed effetto
5. Mezzi abili: il mezzo è il percorso
Familiarizzare con il concetto che ogni istante può essere un momento trasformativo se vissuto in consapevolezza funzionale. Il mindset è un continuum ed è il mezzo attraverso il quale cambiamo noi stessi. Alla luce di quanto emerso nei punti precedenti provare a vedere ogni pensiero, emozione, sensazione come un mezzo abile per esercitare la consapevolezza funzionale sfruttando il meccanismo di causa/effetto. Scopo: portare la visione di sé nel percorso.
Esercizio: meditazione sulla individuazione del mindset (visione del transitorio)
6. Vite future: rinascere in visioni interiori
Esplorare nuove visioni di sé partendo dalle caratteristiche del mindset. Utilizzare la necessità di avere un’identità e il mindset, attraverso la consapevolezza funzionale, per “rinascere” in una diversa visione di sé. Scopo: stare in nuovi mindset possibili.
Esercizio: meditazione sulla visione del sé (visione del sé puro).